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La potenza della relazione crea legami indissolubili

Il percorso che ci ha spinte a partire per Mykolaiv nasce da ben prima di venire a conoscenza di questo progetto. Risale a qualche anno fa, quando entrambe abbiamo preso coscienza del fatto di voler essere parte attiva di questo mondo, ognuna con le proprie esperienze. Pian piano è maturata in noi la consapevolezza di quanto fosse centrale e importante pensarsi all’interno di un mondo che è relazione cercando di renderlo, anche nel nostro piccolo, più umano, solidale e sostenibile.

 

Ciò che ci ha spinte a partire sono stati il desiderio di fare qualcosa per queste persone e seguire questa idea di educazione secondo la quale bisognerebbe cercare di lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato. Forte era, e continua ad esserlo, la convinzione che chiunque abbia un privilegio debba metterlo al servizio di chi, invece, quella stessa condizione non la vive. Non è possibile pensare di lottare ogni giorno per una causa, lasciandone indietro un’altra. Mettersi in gioco in questo progetto ha significato mettersi al servizio di un mondo che chiede pace e il modo più bello per farlo è cercare di costruirla attraverso una relazione di bene e in sincerità con il prossimo. Il rapporto comunitario è casa e casa è il mondo. Sapere di non essere soli, a volte è ciò che serve per darci la forza di andare avanti, un passo alla volta.

 

Non avevamo un’esatta consapevolezza di ciò che avremmo potuto trovare, ma eravamo consapevoli di ciò che ci ha spinte a intraprendere questo viaggio. Siamo partite con la supponenza che ciò che saremmo andate a fare avrebbe potuto aiutare nel concreto qualcuno e quindi è venuto naturale pensare di rimboccarsi le maniche e mettersi all’opera. Fare e mettere a disposizione le proprie energie era quello che ci aspettavamo.

 

La realtà dei fatti è invece stata che non era tanto una questione di preparare pacchetti alimentari o caricare il furgone con beni materiali da portare nei villaggi quanto più mettere l’Io a disposizione e quindi naturalmente Stare, vivere la vita di comunità: giocare a ping pong, farsi compagnia, mangiare insieme.

 

Tante sono le emozioni che abbiamo vissuto in quei giorni e che ancora oggi ci accompagnano. È difficile metterle in fila, comprenderle e provare a raccontarle. Eravamo state messe a conoscenza del fatto che si sarebbe potuta attivare la sirena di allerta, ma sentirla realmente non è una cosa che ci ha lasciate indifferenti, un mix di spavento e impotenza. Ci si rende conto, anche se solo in minima parte, di ciò che per un anno è stata la realtà per le persone ucraine. Eppure, la dolcezza e la spontaneità con le quali siamo state accolte ci hanno fatto sentire parte di questa grande famiglia, come se anche noi ci fossimo dentro da tempo. E nemmeno per un solo istante ci siamo sentite abbandonate a noi stesse. È stato molto toccante anche ascoltare le loro storie e il loro vissuto, in particolare percepire l’amore che queste persone provano per il loro Paese tanto da dire che la scelta di rimanere è derivata dal fatto che andarsene sarebbe stato come lasciare indietro una persona malata.

 

Il filo rosso che collega il nostro vissuto e che continua a farlo ancora adesso, una volta tornate, è la potenza della relazione. Vedere come il fatto di essere lì, insieme, e di condividere anche se per poco tempo una situazione ingiusta e dolorosa sia stato in grado di cambiare fisicamente i connotati delle persone coinvolte. Intuire come la forza di quello che insieme stavamo costruendo fosse anche solo per un momento rivoluzionario. Quel sorriso scambiato di fretta ne avrebbe potuti generare altri cento, quelle parole tradotte male erano l’unica compagnia da noi desiderata. Queste sono tutte consapevolezze concrete che custodiremo come ciò che di più prezioso abbiamo.

 

La paura era quella di lasciarli indietro una volta tornate in Italia. Non volevamo che questo viaggio finisse nel cassetto delle esperienze assistenzialiste da collezionare. E non è retorica quando diciamo che la condivisione di vissuti esplicita o silenziosa, attraverso piccoli gesti, ci abbia legate indissolubilmente a Julia, Marina, Oleg, Natalia, Carolina, Vika, Costi, Masha, Emma, Chiril, Michela, Alexey, Sergey, Oleg il meccanico, Jack, Lili, Liuba, Cappa, Sasha e a tutte le altre persone che abbiamo incontrato.

 

Alessia & Giulia

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Filo Continuo – 15 anni di vita, insieme

15 anni di incontri, legami, aiuto e supporto!

Filo Continuo ha voluto festeggiare i suoi 15 anni di attività lo scorso sabato, vivendo un pomeriggio di gioia e divertimento insieme a tutto il territorio e insieme allɜ inquilinɜ del palazzo!
Siamo ancora fermamente convinti che la comunità sia una delle risposte ai mali del nostro tempo e che si debba rispondere alle esigenza dell’io in relazione a quelle del noi, nella convinzione che la nostra felicità dipenda da quella degli altri.
Grazie a Jacopo Rosatelli per aver preso parte, a nome della Città di Torino, a questo momento di festa e aver ribadito il ruolo fondamentale che rivestono le comunità sui territori!
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Diamo corpo alla partecipazione!

Diamo corpo alla partecipazione” è un percorso di crescita, formazione e attivazione giovanile che si sviluppa a partire dal tema del corpo.

Il corpo e tutte le sue implicazioni, sono infatti molto spesso al centro di oppressione e di malessere per lɜ giovani: violenze, canoni estetici irraggiungibili, isolamento forzato per la pandemia, aspettative sul ruolo di genere e sulla propria identità sessuale, sono solo alcuni esempi sotto i quali si nascondono ingiustizie e disuguaglianze, a partire dalle quali lɜ giovani possono costituire un cambiamento attraverso la propria partecipazione.

Usare il corpo quale lente di riflessione per la dicotomia oppressione/liberazione individuale e collettiva diventa quindi uno strumento per riflettere con lɜ giovani della possibilità di non essere solo spettatorɜ di quello che accade, ma anche attorɜ partecipi e protagonistɜ del cambiamento.

Il progetto intende coinvolgere lɜ ragazzɜ del movimento di Acmos e del territorio torinese, ma non solo; infatti anche a livello nazionale alcune realtà, come Associazione 21 Marzo e Le Discipline, si impegneranno a promuovere un percorso partecipato sui loro territori.

 

Le attività previste sono:

 

1. INCONTRO CON ESPERTI e CONDIVISIONE DI BUONE PRATICHE per aiutare lɜ giovani a guardare al loro corpo in modo nuovo. Lɜ ospiti avranno il compito di dialogare alla pari con loro, condividere prassi, punti di vista o buone pratiche che nella storia locale, nazionale, europea o mondiale hanno mostrato il valore del corpo come strumento di liberazione e partecipazione.

 

2. PERFORMANCE TEATRALE nello SPAZIO PUBBLICO costruita sul modello della teatro dell’oppresso che metterà la riflessione del gruppo in dialogo con la cittadinanza e il territorio.

 

3. GIORNATA di WORKSHOP SUL BENESSERE PSICO-FISICO organizzati con realtà del territorio non solo per sensibilizzare, ma per raccogliere bisogni, proposte e priorità di azione che lɜ giovani vorrebbero realizzare alla luce delle precedenti riflessioni.

 

4. INCONTRO CON GIOVANI DELLA RETE NAZIONALE in presenza e online per permettere l’incontro tra lɜ partecipanti della rete nazionale di Acmos, in particolare tra lɜ giovani di Verbania, Firenze e Torino.

 

5. INCONTRO CON DECISORI POLITICI per confrontarsi direttamente con le istituzioni, ma soprattutto per evidenziare quelle che lɜ ragazzɜ ritengono essere le priorità di azione.

 

6. TEMI e AZIONI per IL FUTURO a cui lɜ partecipanti potranno contribuire con stimoli e spunti per nuove prospettive di formazione e riflessione, immaginando nuove azioni e nuovi percorsi.

 

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In-Consapevole Leggerezza: giovani al servizio della Pace

A quasi un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, le condizioni vissute dalla popolazione civile si aggravano giorno dopo giorno. 

Mykolaïv, città del sud del Paese, è stata colpita duramente dalle operazioni di bombardamento: mancano acqua, cibo, energia elettrica e l’inverno rigidissimo sta mettendo in ginocchio la popolazione.

In meno di un anno, un’area urbana dove abitavano circa 500.000 persone ha visto la propria popolazione ridursi della metà.

In questo momento la città riprende fiato, perché l’esercito russo si è ritirato di qualche chilometro, ma presto potrebbero esserci nuove offensive: rimane comunque una situazione estremamente difficile, con una crisi umanitaria in atto e una grande paura di ciò che riserverà il futuro.

 

Come Associazione Acmos ci siamo attivati fin da subito per cercare di fare la nostra parte nell’aiutare le vittime civili di questa assurda guerra: dalla prima carovana verso i campi profughi della Romania, organizzata i primissimi giorni del conflitto, alla partecipazione alla Marcia della Pace a Leopoli la scorsa primavera fino alla scelta di inviare una delegazione dei nostri giovani a trascorrere le ultime festività natalizie proprio a Mykolaïv, portando regali alle famiglie, stando accanto alle vittime di questo conflitto nel periodo delle Feste, cercando e dimostrando loro che non li abbiamo dimenticati.

Durante questo viaggio, oltre a portare aiuto alle persone, abbiamo improvvisato concerti per le strade della città; suonando e cantando per loro, con loro. 

Abbiamo cercato di portare in questo territorio, martoriato dal conflitto, momenti di festa e leggerezza.

 

Al ritorno ci siamo resi conto che per sostenere realmente la popolazione ucraina sia necessario creare una connessione costante, garantire una presenza concreta.

Abbiamo così deciso di organizzare per il 2023 una carovana permanente, In-Consapevole Leggerezza, diretta proprio a Mykolaïv, che partirà tutti i mesi, da febbraio a giugno, e porterà per una decina di giorni al mese una delegazione di persone dell’associazione Acmos che si avvicenderanno e partiranno come volontari per i diversi viaggi.

Grazie alla rete di STOPTHEWARNOW, lɜ giovani di Acmos saranno guidatɜ e accoltɜ dall’associazione Youth Ukraine, che opera all’interno della comunità protestante di Mykolaïv, punto di riferimento per il territorio, e collaboreranno con i volontari di Operazione Colomba (corpo nonviolento di pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII), che in questo territorio sono presenti dall’inizio del conflitto. 

Questi viaggi hanno l’obiettivo di contribuire a portare un po’ di “leggerezza”, un po’ di “normalità”, in una comunità da mesi sotto attacco, vivendo con le persone che lavorano instancabilmente per la propria comunità.

Il tempo trascorso sarà fatto di quotidianità condivisa: giovani di Acmos si metteranno a servizio della comunità, per qualsiasi esigenza come smistare pacchi, sistemare i beni che arrivano, distribuire viveri e beni nei villaggi, montare mobili.

Inoltre svolgeranno attività di animazione d’ambiente giocando con i bambini e le bambine, giocando a carte con gli abitanti, ascoltando le storie delle persone, creando legami.

Giovani torinesi che hanno deciso di impegnarsi, metterndo il proprio corpo e il proprio cuore al servizio della pace, sostenendo le vere vittime di questo lungo conflitto.

In questo nostro impegno c’è il desiderio e la volontà di dare un aiuto reale a chi è costretto a vivere una situazione difficile, tra il terrore dei colpi e il bisogno di pace.

 

La Città Metropolitana di Torino ha da subito sostenuto la nostra iniziativa, concedendo il patrocinio e fornendo il mezzo di trasporto per i nostri viaggi.

Il nostro furgone sarà aperto a chiunque voglia partire con noi, “In-Consapevole Leggerezza”, per portare sorrisi e vicinanza alle vittime civili del conflitto.

Per chiunque invece, impossibilitato a partire, volesse sostenere la nostra carovana e aiutarci a realizzare questo progetto può donare alla nostra associazione tramite bonifico (IBAN: IT29Q0501801000000011111119  Causale: Solidarietà per gli Ucraini   Intestato a: Associazione ACMOS) oppure tramite Satispay!

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Meridiano d’Europa 2023 – Rights for EU

L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.

Art. 2, Trattato sull’Unione Europea

 

Oggi, Giorno della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto, istituito per non dimenticare mai lo sterminio di massa di milioni di ebrei e di tutti i “diversi” messo in atto dal folle disegno nazista, decidiamo di raccontarvi il nostro progetto per costruire un’Europa migliore.

È accaduto, quindi può accadere di nuovo”.

Nelle parole di Primo Levi ritroviamo la forza per impegnarci alla costruzione di un futuro europeo basato su solidarietà, pluralismo, libertà.

 

MERIDIANO D’EUROPA 2023 – RIGHTS FOR EU

 

Gli ultimi anni sono stati tra i più complicati della storia dell’Unione Europea e del suo progetto di integrazione.

A partire dalla Brexit, passando dalla pandemia di Covid-19, la crisi energetica fino alla guerra in Ucraina, l’UE ha dovuto e deve far fronte a problemi e sfide che interessano sia la coesione interna degli Stati membri sia la dimensione internazionale dell‘UE come soggetto in grado di mostrarsi attore protagonista sulla scena mondiale.

Le recenti crisi hanno permesso ad alcuni degli Stati membri di mettere in forte discussione determinati capisaldi dell’integrazione europea sul piano economico e dei diritti: le misure messe in campo (il Recovery Fund e il price cap sull’acquisto del gas per fare due esempi) sono state oggetto di forte critica e di resistenza da parte di alcuni di questi.

 

Le critiche e gli ostacoli più forti vengono dai Paesi detti del blocco di Visegrad, ossia tutti quegli Stati che hanno visto in passato nell’Unione Europea un modo per affrancarsi dalle ingerenze sovietiche, e che adesso invece sfruttano i temi del sovranismo e del nazionalismo per limitare la sovranità europea sul proprio territorio.

Negli ultimi anni le spinte sovraniste si sono sempre più diffuse anche negli altri Stati membri. Tale direzione politica è probabilmente legata anche alla disillusione dei cittadini europei, sempre più distanti da un’Europa che sembra non riuscire a trovare più le risposte alle sfide della contemporaneità.

 

Proprio per analizzare questi fenomeni e per capire come l’UE possa ancora invece avere un ruolo centrale nella vita democratica degli Stati membri, quest’anno abbiamo deciso di recarci a Varsavia, poiché la Polonia è uno dei Paesi in cui la sovranità europea e lo Stato di diritto sono più messi in discussione.

Fino alla metà del 2022 sono state più di 200 le procedure di infrazione avviate da Bruxelles nei confronti del governo polacco, per sanzionare molte delle scelte politiche compiute. Dalla sentenza della Corte Costituzionale polacca che sancisce il primato della legge nazionale sulle direttive europee fino alle ripetute violazioni dei diritti civili come il diritto all’aborto, la tutela delle minoranze, i diritti LGBT+ o le politiche sui migranti, negli ultimi anni abbiamo assistito sempre più ad un restringimento delle libertà civili e politiche, in un Paese che, suo malgrado, è stato teatro di una delle più grandi violazioni dei diritti umani della storia, la Shoah.

Shoah che la stessa Unione Europea indica come fondativo della sua costruzione: coloro che alla fine della Seconda Guerra Mondiale hanno lavorato alla nascita del processo di integrazione europeo avevano negli occhi gli orrori del nazifascismo e tutti i loro sforzi erano votati a fare in modo che tutto ciò non si ripetesse.

Per la sua posizione geografica, la Polonia è inoltre un buon osservatorio per capire ciò che accade poco al di là dei confini dell’Unione Europea. La guerra in Ucraina si sta rivelando un importante banco di prova su cui l’UE testa la sua coesione interna e il suo ruolo come attore di pace a livello internazionale.

 

Consapevoli del fatto che solo l’ampliamento dei diritti e il rafforzamento delle democrazie possa permettere all’Unione Europea di fare fronte alle sfide del nostro tempo, riteniamo cruciale per il futuro dell’UE conoscere e comprendere ciò che accade a Varsavia e nell’Est Europa.

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“La violenza non è qualcosa che c’è, è qualcosa che manca” – Pensieri e riflessioni del viaggio a Mykolaiv

“La violenza non è qualcosa che c’è, è qualcosa che manca”.
Con queste parole Alberto accompagna i nostri pensieri durante il viaggio.

 

Quest’anno abbiamo scelto di trascorrere le feste tra capodanno ed epifania con le persone che sono rimaste, per scelta o costrizione, nel proprio paese nonostante le gravi condizioni dettate dalla guerra, per portare aiuti umanitari ma soprattutto per intrecciare le nostre vite alle loro.
Consapevoli che, a differenza di quel che suggerisce più o meno esplicitamente il pensiero eurocentrico e occidentale, le loro vite valgono quanto le nostre.

Così, il 28 dicembre siamo partiti verso l’Ucraina per raggiungere  Mykolaïv, città a pochi chilometri dal fronte che sta subendo duramente gli effetti del conflitto.

 

 

 

Siamo stati accolti da una comunità che durante la guerra ha aperto le porte a chiunque sentisse il bisogno di non rimanere solo.

 

E così da mesi persone che hanno perso tutto si stringono vicine e lavorano per sostenere la popolazione di Mykolaïv e dei villaggi che la circondano, smistando i beni di prima necessità che arrivano tramite aiuti umanitari e occupandosi della distribuzione.

Ogni giorno c’è qualcosa di diverso da fare, dal preparare i pacchetti per la distribuzione, allo spostare chili di vestiti o pelare patate.
In un luogo dove il dolore e la disperazione sembrano aver strappato via ogni forma di speranza, la quotidianità è disarmante e la voglia di stringersi e sorridere  irresistibile.

 

Per incorniciare quei sorrisi ci è stato proposto di portare con noi anche della musica, così l’ultimo dell’anno abbiamo cantato e suonato attorno a una tavola imbandita, dimenticando per un secondo gli allarmi antiaerei.

“Humanitarian Concert”, così ha chiamato Oleg la sua proposta di andare a suonare a Bereznehuvate, un villaggio a un centinaio di chilometri da Mykolaïv.

Oleg è un componente della comunità, fin dagli inizi del conflitto si occupa di portare aiuti nei villaggi che fino a metà novembre sono stati attraversati dalla linea del fronte.
Ora le persone non vivono più in mezzo ai colpi di arma da fuoco, ma rimangono in una posizione estremamente difficile, lontane dalla città e dagli aiuti umanitari, dove la paura di un contrattacco rimane forte assieme alla consapevolezza che la guerra non è finita.

 

Siamo arrivati sotto la pioggia battente rimanendo meravigliati dal  numero delle persone presenti: un centinaio circa. Subito dopo aver parcheggiato Oleg ci guarda e ci dice “aspettano voi per il concerto!”.
Abbiamo suonato e cantato sotto la pioggia con loro, per un attimo il tempo si è fermato e la loro vita si è mischiata con la nostra, un istante in cui non contavano né gli errori né la sofferenza.

 

Ci chiediamo cosa rimane di questo viaggio.
E’ difficile tenere vicine le intuizioni rivelate in quei luoghi, qui dove l’animo è assopito, opaco, spesso sovrastato dall’incessante brusio di una vita frenetica, “anestetizzato”.

Se è vero che l’opposto della nonviolenza è l’apatia, allora siamo immersi in un ambiente estremamente violento, che spinge sempre di più all’individualismo e alla paura dell’altro, che non conosce più il valore di parole come “amore” e “pace”.
E’ quindi nostra responsabilità riempirle nuovamente di significato e, al di là di qualsiasi retorica, costruire un’alternativa concreta per dimostrare che un altro mondo è possibile.

 

Siamo tornati in Italia col cuore pieno di quei volti incontrati lungo la strada.
Pensiamo a loro e sappiamo che non possiamo lasciarli soli.
“La violenza non è qualcosa che c’è, è qualcosa che manca. È una mancanza totale di umanità.”
E’ necessario riscoprire quell’umanità sottratta, riempire quel vuoto con l’ascolto e la vicinanza.
Non vogliamo che questa sia solo una parentesi, per questo motivo ci stiamo già organizzando affinché il nostro sostegno e la nostra presenza siano costanti nel tempo.

 

Ringraziamo tutte le persone che ci hanno sostenuto e accompagnato in questo viaggio e quelle con cui continueremo a camminare.

 

Carolina, Lucia, Simone, Carlo & Gabriele

 

 

Nei prossimi mesi continueremo a viaggiare per portare solidarietà e sostegno a chi è rimasto sui territori colpiti dal conflitto.

Per vedere tutte le foto della carovana clicca qui!

 

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Ridisegniamo il futuro insieme: aperto il Bando del Servizio Civile

È aperto il nuovo Bando di Servizio Civile Universale per ragazzɜ tra i 18 e 28 anni che vogliano vivere un’esperienza di cittadinanza attiva nel rispetto dei principi della solidarietà, della partecipazione, dell’inclusione e dell’utilità sociale.

Scadenza del Bando: 20 febbraio 2023, entro le ore 14.

 

ACMOS e la Fondazione Benvenuti in Italia mettono a disposizione 10 posti per il progetto Ridisegniamo il futuro insieme, aperto a diplomati e diplomate, di cui 3 posti riservati a giovani con un titolo di studio non superiore alla Licenza media
Progetto inserito nel programma GAP – Giovani in Azione per il Presente

 

RIDISEGNIAMO IL FUTURO INSIEME

Obiettivi del progetto:

Rafforzare la coesione sociale e accompagnare la ricostruzione di un approccio positivo verso il futuro tra i giovani e le famiglie che vivono nelle zone alla periferia di Torino (con particolare attenzione al quartiere di Barriera di Milano, ai comuni di Volvera e San Sebastiano da Po)attraverso la promozione del benessere psico-fisico, l’attenzione a uno stile di vita sostenibile e la partecipazione democratica.

Durata del progetto: 12 mesi

Numero ore di servizio dei volontari: monte ore annuo di 1.145 ore, cui si sommano 20 giorni di permesso retribuito

Giorni di servizio a settimana dei volontari: 5

 

Formazione

Formazione generale

Percorso obbligatorio per una durata complessiva pari a 42 ore.

Formazione specifica

Percorso obbligatorio i cui contenuti variano in funzione del progetto per una durata complessiva pari a 80 ore.

 

Attività previste:

– Per i volontari di ACMOS:
  • attività educative nelle scuole
  • Gite nelle sedi di progetto
  • Animazione territoriale
  • Eventi rivolti al territorio
  • Promozione di pratiche di consumo sostenibile
  • Educazione alla cittadinanza

 

– Per i volontari di Benvenuti in Italia
  • Eventi rivolti al territorio
  • Comunicazione
  • Animazione digitale
  • Promozione di pratiche di consumo sostenibile
  • Progettazione

 

Per informazioni

Titolo progetto: Ridisegniamo il futuro insieme

Codice progetto: PTCSU0005222010964NMTX

Area di intervento: Educazione

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Tu mi hai capito? La testimonianza di Lucia

Lucia ha deciso di farci un grande dono, raccontando la sua storia. 

Il figlio, Salvatore, ha deciso di togliersi la vita, a soli 17 anni.

Lucia si racconta e racconta Salvatore, un adolescente con tante passioni e altrettante paure.

 

Le siamo profondamente gratɜ per essersi aperta con noi, trovando la forza di dare la sua testimonianza.

Lucia ha trasformato il dolore e il vuoto in energia e impegno, aprendo una breccia in quel muro di giudizio e stigmatizzazione.

Ora si batte per prevenire questi gesti, tragicamente diffusi tra lɜ giovanɜ.

 

Oggi fa parte de La Tazza Blu, associazione che promuove attività di prevenzione e post intervento-traumatico per le vittime di suicidio in adolescenza. 

Vogliamo dare spazio alle fragilità, rivendicando il diritto di parlarne pubblicamente. 

 

Aiutaci anche tu, sostieni la nostra campagna!

Dona ora su Eppela

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Tu mi hai capito? – La nostra raccolta fondi

Con l’arrivo della pandemia e relative restrizioni, il livello di stress sia di giovani che di adulti si è esacerbato (indagine su impatto psicologico della pandemia sulle famiglie, Istituto Giannina Gaslini di Genova), tanto che anche il tasso di tentativi di suicidio è aumentato (Neuropsichiatria infantile ospedale “Regina Margherita” di Torino – dicembre 2020).

 

Da settembre 2020 la richiesta di sostegno educativo da parte delle scuole è fortemente cresciuta: numerosi sono i casi di fragilità psicologica o relazionale per i quali i docenti hanno bisogno di saper far fronte in maniera adeguata.

 

Da un sondaggio diffuso dal servizio comunale “Aria” nelle scuole superiori del territorio torinese, emergono numerose tematiche percepite come influenti nel benessere mentale dei e delle giovani e che si rende necessario approfondire con incontri appositi, tra cui il rapporto problematico con il corpo (78,5 degli intervistati), la difficile gestione delle emozioni come ansia, rabbia, panico (75%), la depressione (68,5) e la sfiducia nel futuro (67,5%).

 

Il tema del disagio psicologico, nella società della performance, viene spesso vissuto come uno stigma da nascondere agli altri; in un mondo segnato dall’ipervelocità non c’è spazio per la fragilità emotiva, che costringe a prendersi tempo, rallentare, trovare le parole per descriversi.

 

Rivendicare il diritto alla fragilità diventa quindi necessario, un passo importante verso la costruzione di una società più inclusiva, in grado di superare la tossicità di una narrazione che costringe tutti (e sentitamente i più giovani) ad essere super – umani, infallibili e ottimisti, aprendo nel contempo spazi di risoluzione delle problematiche finalmente sollevati dal peso dello stigma sociale: una vera e propria contronarrazione, per costruire la quale urge dotarsi della parole giuste.

 

IL PROGETTO

 

Acmos intende rispondere a questo fenomeno organizzando la prima edizione di “Tu mi hai capito?”, un festival della durata di 3 giorni, da realizzarsi durante la primavera del 2023, per promuovere spazi di confronto, incontro e dialogo rispetto al tema benessere mentale.

 

L’evento sarà rivolto ai giovani e alle giovani di Torino, alla cittadinanza e a quegli adulti che a diverso titolo fanno parte della comunità educante.

 

LA CAMPAGNA

 

La campagna di raccolta a sostegno del Festival si svolgerà in autunno: in questo periodo infatti sono presenti nel calendario civile alcune date simboliche connesse al tema della salute mentale e del benessere psicologico:

  • 10 settembre giornata del suicidio
  • 10 ottobre, giornata del benessere mentale.

Il tuo contributo sarà fondamentale: l’iniziativa si sosterrà completamente sulle risorse che sapremo raccogliere fra le persone interessate a veder nascere la prima edizione del Festival a Torino.

 

Puoi davvero fare la differenza!

 

Utilizzeremo i fondi raccolti per sostenere i mille costi che un evento del genere porta con se: spese tecniche, affitto sale, viaggi per gli ospiti, gadget per i partecipanti, organizzazione delle attività.

Il programma dell’iniziativa sarà reso noto nelle prossime settimane, man mano che la campagna progredisce: ci saranno incontri, workshop, spazi espositivi, concerti, attività di approfondimento.

Per questo abbiamo decido di ringraziarti dedicandoti queste cinque ricompense: un piccolo gesto, per dirti quanto sarà importante per noi il tuo aiuto.

 

Dona ora per sostenere la nostra campagna su EPPELA

 


 

I PARTNER

 

Per garantire la riuscita del Festival abbiamo pensato di non lavorare da soli; ecco l’elenco dei partner che ci aiuteranno nell’organizzazione delle attività.

 

Aria 

ARIA è una co-progettazione della città di Torino che si rivolge a ragazzi e  ragazze tra i 14 e i 28 anni. Offre sostegno psicologico individuale, orientamento all’autonomia (studio, lavoro, casa), laboratori, attività per il tempo libero sono solo alcuni degli strumenti che ARIA mette a disposizione.

 

Telefono Amico

L’esperienza del TELEFONO AMICO che ormai, al passo coi tempi, si declina anche attraverso mezzi più moderni come chat, mail e messaggistica, non si limita alla realizzazione di un servizio riservato a persone che vivono un momento difficile, ma ha chiunque abbia necessità di parlare con qualcuno e sentirsi ascoltato in modo attivo. Il servizio garantisce una libertà di espressione pressoché totale, al riparo da interferenze e giudizi di sorta.

 

Tutto Annodato

Un progetto nato da un gruppo di giovani ragazzi e ragazze che ha l’obiettivo di sensibilizzare e ridurre lo stigma presente attorno ai temi della salute mentale. Il loro progetto nasce in seguito al suicidio di Andrea, un amico e compagno di classe, una tragedia che li ha toccati da vicino che ha portato alla consapevolezza di come molto spesso la salute dei mentale dei giovani sia ignorata e all’esigenza di creare uno spazio in cui i giovani possano confrontarsi e informarsi liberamente sui temi del malessere psichico.

 

La Tazza Blu

La Tazza Blu è nata nel gennaio 2019 in ricordo di Giulia, che si è tolta la vita poco prima di compiere 17 anni. L’associazione nasce con lo scopo di far prevenzione del suicidio in adolescenza e di dare sostegno alle/ai sopravvissute/i.

 

Eufemia

Eufemia è un’Associazione di Promozione Culturale che opera per l’inclusione sociale, attraverso azioni di cittadinanza attiva all’insegna del dialogo interculturale. Per lo sviluppo di una comunità attenta alla sostenibilità ambientale ed alimentare, Eufemia concepisce, progetta e coordina progetti locali ed internazionali.

 

RadioOhm

Associazione di Promozione Sociale costituita nel 2010, i cui membri portano avanti diverse attività volte all’inclusione sociale, alla diffusione della cultura e alla promozione della web radio come strumento comunicativo di forte valenza sociale.

 

Percezione giovani

“Percezioni Giovani” è un progetto itinerante nato all’interno di Dipendenze da Comportamenti ASL Città di Torino sintonizzato sull’onda della cultura torinese in materia di sostanze, comportamenti, tecnologie e oggetti di consumo. Gli operatori, educatori e psicologi sono presenti per incontrare e confrontarsi su credenze e dubbi in materia, raccogliendo bisogni e stimoli. Lo spazio è rivolto a singoli, famiglie, gruppi, operator*, istituzioni.

 

Associazione Gruppo Abele Onlus e in particolare il progetto The Smiling Van

Nuovo progetto di psicologia di strada accessibile e informale, che incontra i ragazzi e le ragazze nelle piazze e nei giardini di Torino per dare vita a momenti di libera espressione, dialogo, collaborazione, gioco e confronto.

 

Irene Frigo

Giovane illustratrice di Torino; dal 2013 lavora come freelance. Ama creare gif in stop-motion e loop animati. Parallelamente, ha fondato un duo d’illustrazione con la collega Irene Carbone.

Dal 2017 “Irene e Irene” lavorano a quattro mani per editori, aziende e studi creativi.

 

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Biennale Democrazia: aperte le iscrizioni al Campus residenziale di Democrazia Futura

Per la sua ottava edizione Biennale Democrazia propone nuovamente l’esperienza del campus che consentirà a 200 ragazze e ragazzi di classi di scuole secondarie di secondo grado provenienti da ogni parte d’Italia di vivere un’esperienza di coinvolgimento e di confronto con gli altri attraverso la partecipazione a iniziative a loro dedicate, sempre con l’accompagnamento e la guida dell’équipe di animatori e animatrici socio-culturali di ACMOS.

 

Il Campus prevede la possibilità per le classi di pernottare presso ostelli torinesi, essere guidati nella manifestazione da animatori socio-culturali dedicati, vivere momenti di rielaborazione dei contenuti in un’esperienza comunitaria e condivisa.

 

La partecipazione include:

  • – un incontro preparatorio per presentare l’esperienza del Campus di Biennale Democrazia 2023, anche online;
  • – alloggio con prima colazione e pranzo per i partecipanti provenienti dal territorio nazionale (studenti, docenti ed eventuali gruppi giovani) che hanno svolto autonomamente i percorsi di approfondimento;
  • – partecipazione gratuita agli eventi di Biennale Democrazia in gruppi accompagnati da educatori dell’associazione Acmos;
  • – animazione e momenti di riflessione giornalieri;
  • – gadget;
  • – plenaria conclusiva dell’esperienza Campus di Biennale Democrazia;
  • – eventuali trasporti in città (se necessari).

 

Il costo del campus è di 50€ a partecipante.

Per iscrivere latua classe al campus, scrivi a giulia.toffanin@acmos.net

Per maggiori informazioni: 348 5145816

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Siamo uomini o caporali? – Mostra in Cascina Arzilla

Una mostra sul tema del caporalato, in bene confiscato restituito alla collettività, con apericena preparato da un’associazione che lavora con  ragazzi e ragazze con disabilità intellettive.

Questi gli ingredienti di “Siamo uomini o caporali?”, organizzato in Cascina Arzilla, a Volvera, sabato 16 luglio dalle ore 17.30.

 

La Mostra

La mostra propone ai visitatori di immergersi nelle condizioni vissute dai braccianti nelle nostre campagne: vittime di sfruttamento, mal pagati che vivono in condizioni inumane, a qualsiasi latitudine nel nostro paese.

L’esposizione, composta da un mix di immagini, oggetti, suoni e racconti dislocati per la cascina, è pensata per sensibilizzare sulle condizioni in cui migliaia di persone vivono la loro quotidianità, per permetterci di avere il cibo in tavola. Un tema, quello del caporalato, vissuto anche nelle nostre campagne. Pochi mesi fa, nel procedimento “Momo” è arrivata la prima sentenza in Piemonte per il reato di caporalato, con le condanne 4 soggetti, responsabili di aziende agricole di Lagnasco e Barge per il caporale, per il ruolo di intermediazione per il reclutamento della manodopera.

Cascina Arzilla

Teatro di questo evento sarà Cascina Arzilla, uno dei primi beni confiscati nella nostra regione. Appartenuto a un elemento di Cosa nostra, è stato confiscato in via definitiva nel 1996. Nel 2004 è stata affidata all’Associazione Acmos e, dopo importanti lavori di ristrutturazione, è stata restituita alla collettività nel 2010.

Il suo riutilizzo è fortemente legato al tema dello sfruttamento ambientale e umano: gli ecoreati e la manodopera bracciantile.

La Cascina è dedicata a Rita Atria e Antonio Landieri, due giovani vittime innocenti di mafia; e ospita classi impegnate in percorsi di educazione alla legalità e campi estivi di volontariato di Libera.

Apericena con i prodotti di Libera Terra

Dopo la visita della mostra, sarà possibile degustare un apericena, con alcuni prodotti provenienti dai beni confiscati alle mafie, preparato dalle ragazze e dai ragazzi di Attivitabile, realtà che coinvolge e dà lavoro a persone con disabilità intellettiva.


Per partecipare all’evento è necessario prenotarsi,  entro giovedì 14 luglio,  scrivendo a cascina.arzilla@acmos.net oppure contattando Marta al 346 975 3835

📌 Offerta a partire da 12 €

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ORA E SEMPRE IN DIFESA DI GKN: TENETEVI LIBER3 IL 25 MARZO

Nel 9 luglio del 2021 la Gkn di Firenze sale alle cronache nazionali: una mattina, una mail licenzia tutti lɜ 422 lavoratorɜ. Da lì scaturisce una lotta che ad oggi è già storia: l’assemblea permanente, il motto Insorgiamo, la convergenza con il resto delle lotte sociali e ambientali.

 

Quei licenziamenti vengono sconfitti. Prendono con il tempo però un’altra forma: quella dei licenziamenti per logoramento, silenziosi, non dichiarati ma ugualmente efficaci.

Ad oggi sono stati bruciati 220 posti di lavoro: 90 dei quali nell’ultimo anno con l’arrivo della nuova proprietà. Gli accordi tra l’acquirente e Gkn stessa rimangono riservati. Si fanno grandi promesse ma, di tavolo in tavolo, di rinvio in rinvio, non arrivano né piani industriali né investitori. Le istituzioni tollerano di fatto tale gioco: ad ogni incontro istituzionale la pazienza non ha mai limite ed ogni limite trova una nuova pazienza.

 

Il Collettivo di Fabbrica la chiama da subito la tattica della rana bollita: la rana viene cotta a fuoco lento, senza che se ne renda conto. E quando infine capisce di essere stata giocata, non ha più la forza per saltare via.

Da 20 mesi l’assemblea permanente è sempre la stessa, stesso obiettivo: preservare una risorsa industriale, tutelare i posti di lavoro. L’obiettivo dell’azienda, evidentemente anche: mandare via lɜ lavoratorɜ dalla fabbrica e smantellarla. La speculazione finanziaria ha forse semplicemente lasciato il posto a quella immobiliare.

Contro ogni previsione, l’assemblea permanente però resiste. E allora l’attacco dell’azienda si fa sempre più feroce. Dal logoramento passa a quella che abbiamo chiamato: la tattica dell’assedio.

Assedio “per fame”: da novembre 2022 non vengono più pagati gli stipendi.

Viene di fatto azzerato il contratto nazionale e interno: diritti acquisiti da 60 anni di lotte, ereditati internamente dalla vecchia Fiat di Novoli. Se osano comportarsi così, in una vertenza nazionale e alla luce del sole, cosa succede quotidianamente nelle piccole aziende, nei capannoni, nei magazzini, nei campi, nel turismo stagionale?

Si cerca di fare terra bruciata attorno agli assediati, a screditare la RSU, il Collettivo di Fabbrica, il movimento dellɜ solidali, la Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo, l’assemblea permanente.

 

L’assemblea permanente chiama oggi a una nuova mobilitazione di popolo, operaia, di intellettuali, artisti solidali, dalla parrocchia al centro sociale, di tutte le organizzazioni sindacali, mutualistiche, dei movimenti ambientalisti e transfemministi il 25 marzo a Firenze.

Per la rana è arrivata la necessità di saltare. O la peggiore sconfitta o un salto verso il futuro. Ognuno al proprio posto. Liberiamo Gkn, rompiamo l’assedio, tentiamo il futuro.

Teniamoci liberɜ il 25 marzo, prontɜ ad andare a Firenze. Sosteniamo la campagna di crowdfunding per la reindustrializzazione autogestita. Intervento pubblico ora.

 

Per saperne di più -> Insorgiamo.org

 

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15 anni di Filo Continuo!

Il 14 febbraio 2008 veniva inaugurata Filo Continuo, coabitazione giovanile solidale nel quartiere Spina 3, all’interno dell’ex-villaggio media delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006.

Filo Continuo prende il nome da un tipo di saldatura semiautomatica che non si interrompe mai; e oggi, a distanza di quindici anni quel legame con il territorio è ancora presente, radicato ormai nella quotidianità di tantɜ vicinɜ e di tantɜ giovani coabitanti!

Vogliamo quindi festeggiare questi quindici anni di comunità sabato 25 Febbraio alle 16.00 davanti a via Orvieto 1/13 per un aperitivo di via insieme a Jacopo Rosatelli, Assessore alle Politiche abitative di Edilizia Pubblica e rapporti con ATC della Città di TorinoAtc – Agenzia Territoriale per la Casa, Compagnia di San Paolo e con il movimento di Acmos.

Dalle ore 19:00 ci sposteremo in corso Mortara per una cena condivisa!

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Solidarietà con il popolo Ucraino – Nuova Carovana umanitaria a Mykolaïv

A 10 mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, le condizioni vissute dalla popolazione civile si aggravano, giorno dopo giorno.

L’intero territorio ucraino è sotto l’attacco dell’esercito russo. Mykolaïv, città a sud dell’Ucraina, è stata colpita duramente. Mancano acqua, cibo, energia elettrica e l’inverno rigidissimo sta mettendo in ginocchio la popolazione.

Abbiamo deciso di dimostrare nuovamente la nostra vicinanza al popolo ucraino organizzando una carovana umanitaria, diretta proprio a Mykolaïv.

Partiremo da Torino in 6, il prossimo 28 dicembre, portando regali di Natale alle famiglie, per stare accanto alle vittime di questo conflitto cercando e dimostrare loro che non li abbiamo dimenticati. Un viaggio che ha come obiettivo quello di cercare di portare un po’ di “normalità”, nel periodo delle festività, in una comunità da mesi sotto attacco.

Raggiungeremo gli amici di Operazione Colomba – che in questo territorio sono presenti dall’inizio del conflitto – dando loro un supporto concreto nei giorni della nostra permanenza.

Mykolaïv, dopo i duri attacchi russi alle infrastrutture, deve far fronte all’assenza di energia elettrica. Grazie alla rete di solidarietà nata attorno a questa carovana, porteremo loro dei dispositivi elettrici per far fronte a questa necessità.

Nello specifico:

3 generatori donati dal Lions Club Milano Casa della Lirica
15 lampade solari donate dalla Parrocchia Sacra Famiglia di Magenta (Mi)
10 lampade a led donate dal Lions Club Milano Borromeo

Per far fronte alle spese del viaggio, abbiamo bisogno del supporto di tutti.

Mancano pochi giorni alla nostra partenza e vi chiediamo un gesto di solidarietà per la nostra carovana umanitaria.

Anche un piccolo contributo può fare la differenza.


Come contribuire

IBAN: IT29Q0501801000000011111119
Causale: Solidarietà per gli Ucraini
Intestato a: Associazione ACMOS

Dona su Satispay


 

Questo viaggio umanitario è organizzato da Acmos e Operazione Colomba all’interno della Rete “STOPTHEWARNOW”

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Con Le Sex en Rose, il corpo è un campo di piacere

Il 19 dicembre 2022, per la seconda plenaria della Campagna per la Cittadinanza 2022/2023, abbiamo incontrato Morena Nerri e Ivano Messinese di Le Sex en Rose. Con loro abbiamo esplorato il piacere, l’erotismo e la soddisfazione sessuale, senza pudore nè pregiudizi.

Perchè un “Corpo libero” è libero anche di provare piacere!

È ancora possibile acquistare il calendario “Campo di piacere 2023” su www.lesexenrose.com

I ricavati, al netto dei costi di produzione, andranno ad ACMOS.

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Al cinema “Con altri occhi…altri sguardi”!

Proiezione gratuita del film “Pride” presso il Cinema Ambra di Valperga per sensibilizzare la cittadinanza sugli stereotipi e le discriminazioni.

 

Il 12 dicembre alle ore 20:45, l’associazione Con altri occhi, invita tutta la cittadinanza alla visione del film “Pride”, diretto da Matthew Warchusper nel 2014, per ragionare insieme sugli stereotipi e le discriminazione della nostra società.  La proiezione gratuita si terrà presso il Cinema Ambra di Valperga, in via Martiri della Libertà 42, nell’ambito del progetto Con altri occhi…altri sguardi rivolto alle scuole, le organizzazioni del territorio e alla cittadinanza tutta. 

 

La proiezione sarà preceduta dai saluti delle istituzioni del territorio, con gli interventi del Nodo Antidiscriminazione e dell’IRES – Istituto di Ricerche Economiche e Sociali per il Piemonte.

 

Con altri occhi…altri sguardi è un progetto di sensibilizzazione promosso dall’omonima associazione, in collaborazione con ACMOS e C.I.S.S. 38, con l’obiettivo di combattere gli atteggiamenti discriminatori intersezionali, anche involontari e inconsapevoli, attraverso il dialogo, il confronto e la formazione. Con questo progetto le associazioni promotrici vogliono dare un contributo alla creazione di una società più inclusiva e aperta alle diversità.

 

Per approfondire le attività del progetto guarda la pagina dedicata!

 

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Video: un fiore per Vito, respirando aria sicura

Il 22 novembre 2022 abbiamo celebrato la VII Giornata Nazionale per la sicurezza nelle scuole. Lo abbiamo fatto nell’anniversario della morte di Vito Scafidi, lo studente che pese la vita a Rivoli (TO) per il crollo del controsoffitto della sua scuola, il Liceo Darwin. Ma abbiamo ricordato anche le altre vittime dell’edilizia scolastica: i bambini e le bambine della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia (CB), di cui ricorre il ventesimo anniversario, gli studenti e le studentesse morti alla Casa dello Studente de L’Aquila e Lorenzo Parelli, scomparso lo scorso anno nell’ambito dell’alternanza Scuola Lavoro.

 

Quest’anno, oltre a mettere al centro il tema della sicurezza, abbiamo voluto sottolineare il diritto degli studenti e delle studentesse alla salute e a respirare aria pulitaall’interno delle scuole. Per questo siamo partiti in bicicletta da Rivoli, percorrendo i 22 Km che la separano dai Giardini che la città di Torino ha dedicato a Vito Scafidi. Abbiamo fatto un percorso a tappe per le scuole che hanno aderito all’iniziativa e abbiamo deposto dei fiori sulla targa che ricorda Vito in Piazza Chiaves. Contemporaneamente, all’IPSIA Birago abbiamo partecipato a un’assemblea sulla sicurezza.

 

L’iniziativa è promossa dal Fondo Vito Scafidi in collaborazione con la Fondazione Benvenuti in Italia, ACMOS, Libera Piemonte, Fridays For Future Torino, Torino Respira, Future Parade, ToRoller, Progetto Ven-Velo, Associazione Jonathan, Legambiente, Cittadinanza Attiva, Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, con il patrocinio della Città di Torino e il sostegno di Fiab Torino Bike Pride.

 

Rassegna stampa:

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